Ziglio scrive


 

 

 

Ieri ho preso la bicicletta, è una di quelle che non ha pretese, due pedali, una sella, due ruote, freni, sella  e basta, insomma fa la bici...amo prenderla e pedalare per chilometri in campagna e tra le vie del paese dove sono nato...le case mi ricordano i ricordi, alcune sono rimaste come tanti anni fa e altre le riconosco solo per un dettaglio, per un albero che ancora si inchina al mio passaggio per accennare un saluto e gli sorrido perché anche lui conosce la mia storia ... è la mia storia...un bambino si butta in strada per rincorrere un pallone, si ferma, prende il pallone come se fosse una perla preziosa e mi guarda...stringe gli occhi come se dovesse capire cosa nascondo, da cosa mi nascondo e dice: “ciao, chi sei?” ... e io: ciao, sono Daniele e tu chi sei,..silenzio...in questo silenzio noto occhi grandi come gli oblò di una nave da crociera e un viso luminoso come la Luna qualche tempo fa...non risponde, proseguo e mentre mi allontano urla...Daniele, il mio nome è Daniele...sorrido senza voltarmi e un pensiero mi attraversa...crescerà e sarà un uomo...forse si guasterà e forse no...ci sono un sacco di vie intorno a me e quando incontro un altro ciclista ho il brutto vizio di attaccare subito bottone...ascolto, cerco di offrire il meglio che ho e se capita che buco e mi fermo ... non lo vedo più, ormai sarà arrivato...arrivato dove poi...
Ho una bici che non ha pretese ... fa la bici ... sono un uomo che non ha pretese ... faccio l’uomo.

 

 

 

IMi trovo in questo posto…posto un po' a sinistra da chi dorme e un po' più giù, laggiù…a destra da chi si sveglia…è un posto poco affollato, ma ben abitato…avvitato alla parete vedo le mie gambe che ciondolano giù…se avessi più peli le userei come stola nei giorni freddi…richiamo a me i pensieri e lascio che siano loro stessi a comprendere che non è più tempo che dimorino qui…sono talmente stanco che non ho più nemmeno la forza di rimproverarmi…vorrei che il mio corpo decidesse di funzionare solo quando faccio la cosa giusta, solo quando seguo la volontà,  in modo da poter non perder più respiri e battiti inutilmente e per poter comprendere fino in fondo che la mia anima è troppo stretta in un corpo d’acqua e sale…ci vuole così poco tempo per cambiare una vita e ci vuole tutta la vita per comprendere il cambiamento…così si dice…e io vorrei tanto farmi            
 una tisana per avere la scusa di dormire…mentre scrivo guardo i tetti di Riccione…non amo questa città…ne amo tante altre, ma non questa…qualcosa mi sfugge…è come se sotto i tombini si nascondesse qualcosa e che prima o poi si rivelerà e farà chiarezza sull’insolito presagio…comunque…avvitato alla parete vedo le mie gambe che ciondolano e resteranno lì, ho pochi peli.
 

 

 

 

E così....sto in silenzio! Quasi per non disturbare, per non disturbarmi. 

Sono stato un bambino, come tanti altri, uno di quelli, però, che veniva preso in giro, sai di quelli che è facile prendere di mira, facile perché la loro "diversità" in qualche modo disturba. Ecco giusto, un bambino disturbato perché mi disturba per il semplice fatto che dichiara e si dichiara al mondo per ciò che è. Mi ricordo che spesso piangevo, chi mi conosce sa che sono un piagnone, non perché mi sentivo diverso o preso in giro, ma perché non riuscivo a comprendere il perché di tutto ciò e allora mi buttavo su giostre rumorose e facevo di me un randagio che sapeva bene come muoversi per le strade del paese. A un certo punto ho iniziato a non preoccuparmi più di ciò che intorno a me si muoveva, se poi qualcosa si muoveva. Tutto restava immutato in quel paese, era come se vedessi un film rétro e difronte a questa "immobilità" decisi di agire. (Si è seduta accanto a me una signora cinese in questo momento, mentre aspetto l'ennesimo treno....urla nel telefono.....Chissà perché i cinesi urlano nel telefono, boh, forse si sentono più vicini a Dio! )Mi ricordo che un giorno, mi sedetti accanto a Ernesto, il mio pastore Maremmano e come altre volte inizia a confidarmi con lui. 

Dissi: Sai Ernesto,  quando diventerò grande, sarò altissimo, avrò tanti muscoli e nessuno avrà il coraggio di prendermi in giro perché altrimenti li picchio!! Ah ah ah ah ah la vita è proprio strana a volte, non sono mai diventato, alto e muscoloso ..... Sono piccoletto, con una muscolatura nervosa e con la faccia da cazzo (in teatro mi dicono che avere quella faccia lì per natura sia un vantaggio, se lo dicono loro......) una cosa però è successa ..... Sono diventato GRANDE.

 

Ma si, ho deciso, voglio esagerare oggi, sapete che c'è? Vi perdono tutti. ( il vagone si è riempito e un uomo mi sta guardando/fissando, forse prima della fine del viaggio mi chiederà in sposo!) Vi perdono perché grazie a voi ho avuto la possibilità di essere un bambino che disturba ..... e un bambino che disturba ti fa stare in silenzio, come per non disturbare, per non disturbarsi.

 
 
 

Chiedo un'ora...un'ora sola per potermi mettere le dita nel naso...come da bambino... senza che nessuno si scomodi a rimproverare il mio gesto...faccio un voto al Dio della discordia e giuro, non lo faccio più...il tempo ha un suo ordine, ha una sua logica e mentre scrivo non capisco più quale è il dritto e quale il rovescio...lo yoga insegna che ogni otto anni ci sono dei cambiamenti radicali nel percorso di un uomo e quest'anno puntualmente sta succedendo allo scadere dell'ottavo anno... impara la forma e dimentica la forma, impara la forma e dimentica la forma...mi diceva il mio caro maestro di yoga, oggi ho compreso questo incredibile insegnamento e più comprendo e più mi trovo solo e più mi trovo solo, più mi sento come una vecchia baldracca un po' malandata, una di quelle che tutti cercano, che tutti vogliono, ma che non lo ammetteranno mai davanti ai loro simili che gli fa bene all'anima concedersi a lei... a lei che viene allontanata, denigrata e giudicata, ma che è l'unica con cui sono stati loro stessi in tutta la loro fottuta vita. 

Tanto tempo fa un tizio, credo portasse il nome di Gesù, arrivò e disse poche cose, non tante, poche, poche e disse la verità...lo misero in croce....una di quelle cose diceva: "non a tutti è dato di poter volere"...questa cosa mi fa molto incazzare, ma è così...è ora che io mi ritiri, cercherò la tana della talpa, li sicuramente starò al sicuro. Ecco, bella soluzione, raggomitolato tra terra e sassi...credo sarà un po' umido...li.

 

E voi, amici miei, non datevi pena se ancora resisto, se ancora faccio finta di nulla...dopo tutto non faccio finta di nulla, faccio ciò che riesco....ora esco. 

 

 

 

 

Mi siedo composto su questa panchina, mi prendo la scusa che voglio stare un po con il sole, ma qui tra le montagne lo faccio per farmi proteggere un po'... per reggere tutto ciò...il mio maestro di yoga un giorno mi disse: pensa Daniele, pensa come sarebbe bello se due persone si incontrassero, si piacessero e dicessero: facciamo l'amore? ... Un'anziana signora si avvicina a me mentre resto seduto composto su questa panchina, tiene ben stretto nelle pacate mani un mazzo di fiori color carota... mi siede accanto e dice: che aria fresca oggi...sai dove vado ora? E io: lo so! un sorriso solca il viso scritto d'avventure meravigliose e storie d'altri tempi...restiamo un po' in silenzio a guardare la montagna...entra nella montagna con lo sguardo e sospirando mi dice: mi manca molto...e gentilmente mi chiede aiuto per alzarsi e retta sulle sue gambe posa i fiori color carota su questa panchina dove siedo composto e mi abbraccia...lo stesso abbraccio di cui parlavo prima con la mia amica Sara...un abbraccio enorme uno di quelli che sazia ogni bisogno e che non termina nemmeno quando i corpi si allontanano...è tutta la settimana che chiedo un abbraccio così e è arrivato...l'universo ti ascolta e viene in aiuto quando meno te lo aspetti e non da chi ti aspetti...ora vado a fare la danza con un abbraccio un più...

 

 

                                                                                                                                 (Panchina di Tesero (TN) - Settembre 2016)

 

 

 

Mi sveglio con il pensiero che devo immagazzinare più aria possibile perché ho paura di non averne abbastanza per poter respirare...rimango seduto sul letto come se fossi reduce da una brutta febbre, il corpo è da una parte e io da un'altra, faccio buio negli occhi e rimango immobile come se fosse quasi obbligatorio farlo. A volte sento la mia vita come quest'isola in cui sono venuto a lavorare, poco popolata, silenziosa, nascosta dal mare e lontana da tutti e tutto...per poterci arrivare lo devi volere e ci devi mettere tempo...il tempo è necessario in questo percorso, necessito di tempo per poter farmi accogliere nel modo giusto e per poter accogliere chi si presenta dinnanzi a me nel modo giusto...nel modo giusto. Cammino molto ultimamente, più di quanto sia necessario, si sono persino consumate le scarpe, mi arresto davanti a una chiesetta qui nel paese dell'isola...una chiesetta che non ha pretese, pochi addobbi, nulla di sfarzoso se non un vestito rosa di pizzo indossato da una Madonna bambina. 

Imponente, sopra l'altare, un grande quadro raffigura una donna sostenuta da piccoli angeli buffi e mi sento fuori senza rumori e li vicino allo sterno qualcosa si muove, lì c'è il cuore...

Mi sono sempre piaciute le chiese...se rimani in silenzio, se non lasci che il "rumoreggiare" della testa ti disturbi si può percepire il bisbiglio di voci che chiedono aiuto, che invocano la speranza e che si pentono delle loro azioni ... che storia ... si cerca di avvicinarsi a un Dio che è fuori di noi e non capiamo che dobbiamo stare con il Dio che c'è dentro di noi... ma questa è un'altra storia.

 

 

                                                                                                                                                       (Isola di Ventotene Luglio 2016)

 

 

 

 

 

 

C'è una sorte di morte emotiva....istintiva.

La solitudine ha un suo passo lento...è come un vento che allontana e porta via tutti...la cosa buffa è che la gente sbuffa come se fosse implicito dover sbuffare al grido del mio nome. Lavo i vetri con cura della casa di famiglia, che storia la mia famiglia...mentre pulisco ho immagini di quando li tutto era di corsa, quando c'era vita di esseri umani che per una ragione a me sconosciuta si sono trovati a essere chi padre, chi madre e chi figli...ritrovo un angolo in soffitta dove era mia consuetudine mettermi per sfuggire alle abitudini di una specie di rito famigliare...il potere...il potere di poter prevaricare l'altro forse perché anche in famiglia c'è una gerarchia...non so se esiste questa gerarchia, so che ora c'è tranquillità in questa grande casa e i vetri brillano e voglio che siano sempre più puliti perché bisogna poter vedere bene dentro l'uno nell'altro...almeno in famiglia.

 

Un Coreografo per cui ho lavorato per molti anni un giorno mi disse: "Sai Daniele, tu sei pericoloso, lo sei perché cerchi sempre la verità...aveva ragione...mi rendo conto che voler bene oggi è difficile, non impossibile, ma difficile...vedo nelle poche relazioni che ho con il mondo esterno che tutto cambia nel momento in cui scrivi o dici qualcosa che disturba l'altro è sono pronti a rinnegare tutto ciò che negli anni si è costruito insieme...a volte credo di capire perfino Gesù...forse dirò un Padre Nostro...prego sempre con il Padre Nostro e a volte lo recito in prima persona per pregare il padre che c'è in me...lavare i vetri è un buon esercizio cardiovascolare...fa bene al cuore.

 

 

 

Lei disse: “Dimmi qualcosa di bello!”. Lei rispose: “(∂ + m) ψ = 0”.

 

La meccanica quantistica, formula in una ricerca l’equazione in grado di descrivere il fenomeno dell’entanglement (= groviglio) quantistico, che sottolinea il carattere di non separabilità tra gli eventi.

Il principio alla base dell’equazione è che: «Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma in qualche modo, diventano un unico sistema. In altri termini, quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce».

Il passaggio delle informazioni tra diversi elementi all’interno di un sistema, in sostanza, non avviene necessariamente attraverso relazioni tra le parti stesse in un determinato spazio, ma anche mediante un’azione a distanza che perdurerà nel tempo.

 

Cosa succede se applichiamo questo agli esseri umani?

 

Secondo questo ragionamento  se due persone entrano in relazione e si instaura tra di loro, nel tempo, un rapporto di amicizia o di amore e poi vengono separate, esse non possono essere definite come due soggetti differenti ma, in qualche modo, ne diventano una sola. Anche dopo la separazione, continueranno nel bene e nel male, a conservare dentro di sé una parte dell’altra. Per sempre.

A prescindere dalle distanze, dalle esperienze e dai vissuti di ogni individuo, nonostante gli allontanamenti o i distacchi, le persone che hanno interagito tra loro si influenzeranno “finché morte non ci separi”.

 

Questo è ciò che ci è successo.

 

 

Poi capita che ti trovi davanti a un muro, sai, di quelli alti, quelli che non hanno confine, ne in altezza, ne in larghezza. È lì, immobile, eretto nella fierezza di chi non ti fa passare né di qua, né di là...fa riflettere un po' quel muro li! Gesù un giorno disse: non potete fare nero o bianco un solo capello, riferendosi al libero arbitrio...sapete che vi dico?...Libero arbitrio un cazzo! Mi tiro su i pantaloni quando non riesco a stare in piedi e sento il cavallo che spinge contro la mia natura e cerco di sentirmi a mio agio...mi plagio...Modifico la percezione di me, quasi volessi sostituire definitivamente i miei pensieri con altri, diversi, che non fanno parte della sfera emotiva e personale di me medesimo.(mi piace " di me medesimo" l'ho sentito in un film degli anni 70 con Monica Vitti) A volte cerchiamo di sentirci così...Siamo così presi dal voler essere amati...crediamo sia un diritto, un obbligo altrui, ma chi lo ha detto, nessuno è tenuto a amarci, se non noi per noi. I ciclamini bianchi li ripongo per bene nei vasi e poi rimango per ore a guardarli, percepisco la loro bellezza, la loro staticità...stanno lì e vivono il loro ruolo nulla più.

Vorrei tanto una dama di compagnia, una di quelle che a palazzo vivevano nelle stanze reali...così, giusto per poterla insultare un po'...giusto per sfogare la mia incapacità di accettare che l'errore sta nella mia mente, non nel mio cuore .

 

Credo che rimarrò qui, difronte al muro, forse mi schiaccerà .

 
 

Poi a un certo punto rallento. Non mi fermo, semplicemente rallento. Volare in alto non è difficile,  sedersi lo è. Si lo è. Sedersi ti obbliga, ti obbliga a non muovere più nulla e intorno a te tutto continua a muoversi e finalmente te ne accorgi. È un muoversi veloce, non lento, veloce nel suo rincorrere, come se dovesse, volesse, afferrare quella cosa là. Ma cosa afferriamo poi. È un po' come.......quando........nevica, non puoi evitare che i fiocchi ti tocchino e allora, come quando, eri bambino, spalanchi la bocca alzi il viso al cielo e lasci che i fiocchi cadano su di te. Che bella sensazione. Posso ancora sentire la  gioia sulla mia pelle. Perché lo si dimentica, perché lasciamo che il tempo ci metta in fila con gli altri e ci porti via. Ora sono qui alla finestra, una finestra come tante altre, di questo Hotel, un Hotel come tanti altri e un pensiero mi attraversa.....non è mio, ma di una lettura che ho fatto ieri, poche righe, parole essenziali ..... dicono che attraverso la finestra entra la luce e che è il momento di far entrare questa luce......e allora ricordo anni fa che scrissi: "vorrei nascondermi dietro di me per non aver più paura del buio"...... Mi chiedo se ho ancora paura del buio. 

Poi a un certo punto rallento.Non mi fermo, semplicemente rallento.

 
 

A volte mi giro di scatto per vedere se sono ancora lì.....quando mi arrabbio mi dimentico....sono molto arrabbiato oggi....mi arrabbio quando non sono centrato, quando arrivato a casa dopo una giornata mi butto nel cesto della biancheria sporca in attesa di lavare, lavarmi, dalle macchie altrui....con il battesimo, dicono loro, ci viene tolta la macchia del peccato originale....dicono loro....io sono nel peccato quando lascio che ciò che mi circonda mi attiri nelle sue cantine, stappi una bottiglia di vino e intorbidisca la mia anima....perché di anima si tratta e ATTENZIONE: non esiste una "burocrazia dell'anima" ! Io ho scelto di non rinunciare a me stesso, ho scelto di accettare ciò che sono....ma ho anche scelto di essere un visionario.... ho continuamente visioni di ogni tipo, di ogni luogo, di ogni forma e posso essere ciò che desidero nel mio immaginario e nel mio tempo e lo sarò anche nella mia vita terrena devo solo lasciare il margine giusto perché si materializzi ciò che dentro già sono....si questo lo so....Non sono uno gnomo da giardino un po' sbiadito, un po' dimenticato tra le foglie che cadono in questo periodo dell'anno. Sono un Uomo che si realizza anche grazie a ciò che  comprendo... la pazienza, l'umiltà e l' assenza di giudizio, senza dover per forza giustificare a se stessi il perché.... C'è tristezza a volte....la tristezza non sta nelle azioni, ma nel non volersi riconoscere in ciò che si è realmente chiamati a realizzare in questo momento. E allora mi tuffo nella bottega degli odori e annuso così velocemente fino a farmi girare la testa....la sollevo di colpo e il sangue scorre così velocemente verso le gambe che mi sembra di scivolare via, ma via però....il via....quello lontano....però !

 

È questione di cm ... Tutto qui.

 

 

Oggi ho un problema con dio...oggi...ho sempre pensato di avere un conto aperto con i signori della guerra, sai quei signori che ti prendono a schiaffi con parole d'acciaio che si infilano sotto pelle e che per poterle sfilare ti serve tanto di quel tempo, che a volte ti dimentichi, ti dimentichi  che sono sotto li...proprio lì...e intanto, mentre sei convinto di essere risolto, loro continuano, camuffate da becchini vestiti di bianco a tenerti saldo, nel tuo essere risolto e allora svolto, volto lo sguardo perché a volte mi fa bene far finta di nulla.

Come tossisco oggi!...tossisco talmente forte, che l'ossigeno fa fatica a arrivare al cervello e allora tutto gira mentre mi siedo per non cadere, per mantenere un certo equilibrio, sai...parlo di quell'equilibrio di cui tutti raccontano, sarà arrivato anche alle vostre orecchie no?quell'equilibrio che devi avere quando diventi uomo...pensa che buffo...basta tossire per perderlo in un momento. Oggi dirsi: non va bene tra noi non funziona e parlare per comprendersi e volersi bene comunque non va...oggi...ti blocco! Si, si...ti blocco...dovrò parlarne con la mia terapeuta e chiederle se esiste un trauma da Blocco...mi ci manca il trauma da blocco...prevedo altri 15 anni di terapia...

 

Mi viene quasi voglia di ruttare, come per fare un brindisi...un rutto selvaggio di quelli che fai da adolescente per dimostrare al gruppo di maschi di cui fai parte, perché ne devi far parte, quanto sei maschio, virile e coglione...comunque nessuno di noi è un vuoto a rendere (come si faceva anni fa con le bottiglie d'acqua)...oggi ho un problema con dio...oggi.

 

 

 

E vissero felici e contenti...tutte le fiabe terminano così.

 

Chiamo lei, una donna che ho trovato tempo fa sul mio cammino, una di quelle che al primo incontro, al primo sguardo, ti porta un senso di intolleranza, di antipatia reciproca e ci si guarda e parla per buona educazione...poi ci si incontra ancora e iniziamo a toglierci la polvere da dosso, posso, posso credere di essermi sbagliato...eccome se mi ero sbagliato...si ci eravamo decisamente sbagliati!!...essere sorpreso ormai non mi preoccupa più, non mi desta nessuna paura, neppure quando desidero davvero averne per evitare il confronto. 

 

Dicevo: "e vissero felici e contenti"... La donna si sofferma su questo lieto fine delle fiabe e mi fa notare che prima di arrivare a questo esito, del per sempre e felici, c'è un periodo di preparazione personale molto importante e intenso dove non è permesso ne barare ne scappare. Parliamo di uno stato d'essere, di due esseri...li...l'uno per l'altra dove non c'è bisogno di spiegare, giustificare, possedere...dove sospetto, gelosia, dolore e quant'altro non trovano casa. Non c'è litigio, non c'è perdono, non compromessi di altri tempi, né accomodamenti perché si deve far star comodo comunque l'altro...non hai perdita e non acquisisci nulla perché tutto è compiuto...allora mi vengono in mente le parole del mio maestro che mi diceva: sai Daniele, se incontrerai nel tuo cammino un'anima che si completa con la tua sarai davvero un uomo fortunato, ma per far sì che ciò avvenga, che tu la possa riconoscere, quest'anima, e che lei ti riconosca, devi fare un grande lavoro su di te. Solo attraverso una grande consapevolezza di te stesso potrai vivere una esperienza così.

 

Guardo la mia lampada di lava, sai quelle che vedi nei Films anni 60 e il suo adattarsi al cambiamento continuo di forma mi strappa un sorriso.

 

Quante volte non sono stato pronto eppure ho iniziato una relazione che ovviamente è svanita con il tempo con tutte le sue fatiche e tutti i suoi ma, perché, forse e ore e ore di dolore, che hanno cancellato anche i momenti più felici passati insieme. Si chiediamocelo, dai, si, tutti insieme...perché arriviamo a odiare, a non sopportare, a allontanare e a vedere solo parti buie nell'altro?...non dovrebbe essere così, dovrebbe essere tutto naturale...ci si incontra e ci si ama...punto.

 

Ora donna ti do un nome ....  Il tuo e ti ringrazio perché  in questi giorni il nostro "parlare" ha fatto sì che entrambi ricordassimo questa grande verità...A volte ci si dimentica... L'amore ha bisogno di cuori resistenti...grazie Chiara.

 

 

 

Da bambino insistevo per andare a scuola mettendo sotto i vestiti il costume dell'uomo ragno, perché? Perché così se fossero arrivati i "cattivi" sarei corso in bagno, mi sarei tolto i vestiti della scuola, indossato la maschera e avrei salvato la mia amata Maestra Luigina. Ecco appunto, mi sentivo un supereroe....so che c'è  gente come me che dentro ha un supereroe, non indossiamo "tutine" e maschere, non siamo morsi da ragni ne investiti da un'esplosione di protoni, siamo supereroi per natura. Ogni mattina ci svegliamo e ci inventiamo un modo per rubare lo spazio, per trovare uno spazio da riempire, con la nostra voglia di creare "l'incredibile"...lo viviamo dentro di noi l'incredibile (a un certo punto Daniele tirò fuori gli occhiali da vista dallo zaino...videro tutti sulla 92...è un Over bisbigliarono). Tutto si compie, tutto avviene senza che nessuno si accorga di chi sei, anzi, si fanno un'idea e tu sarai sempre quella cosa lì (concedetemi un po' di retorica popolare)...non sanno che dentro di te c'è un supereroe. 

Si chiedono come fai a vivere, non sopravvivere, nonostante tu debba affrontare mille allenamenti quotidiani saltando ostacoli, ricercando pazienza infinita dentro di te, dire la parola giusta al momento giusto, fare finta di nulla quando non sei in guardia e ti arriva un missile fotonico  nello stomaco e dopo mille...perché tu sei meraviglioso, sei una bella persona e la frase di rito...sei speciale...a volte....naaaaaaaa a volte nulla.

Io non sono né meraviglioso ne speciale...io sono un supereroe come molti di voi.

 

Credo comprerò un nuovo costume dell'uomo ragno oggi.

 

 

Il più grande supereroe che ho conosciuto nella mia vita è Angela......mia mamma.

 

 

C'è troppa fila oggi, tutto va a rallentatore, quando ci sfiora si fa finta di nulla.

 

Ho capito subito appena l'ho visto, appena l'ho guardato attraversare la strada, a pensarci bene ho capito ancora prima di sapere... Forse sapevo già tutto...non so come, non so dove, ma da qualche parte lo sapevo, sapevo di un camminare incerto, ma curioso...sapevo di piedi che poggiano per terra, ma solo alla ricerca dell'appoggio giusto per saltare e andare lontanissimoooooooooooo. Sapevi di quell'andare incerto con lo sguardo sempre un po' alle spalle e sapevi di angoli in cui nascondersi...sapevi di quegli angoli e della paura di sbagliare, di non essere il desiderio degli altri...peggio sapere con assoluta certezza di essere il desiderio sbagliato...tu, questo... tu! Lo sapevi già! Così camminano...c'è gente...e loro fanno finta di indossare un vestito caldo, profumato, fatto di parole buone...così aspettano...si aspetta, la gente aspetta e anche voi state  seduti lì e aspettate, sapete che qualcosa succederà prima o poi, sapete che è solo questione di tempo, sapete che potete portare con voi ciò che avete visto e non avete avuto paura di guardare, sapete che non avete perdonato ciò che non si può perdonare...sappiate che oggi qui...è vietato morire!

 

Dignità! 

 

Dignità di non apparire ad ogni costo come scaltri genietti adatti solamente a nutrire la quotidiana vanità, vacuità...vanità, vacuità...Credere. Vorrei credere...e vorrei far vedere agli altri ciò che vedo io, farlo vedere a chi non vuole...a chi comunque non avrebbe potuto. 

 

C'è gente...c'è buio...già buio...cammino, mi fermo, guardo i miei piedi, spicco un salto e vado via.

 

 

C'è troppa fila oggi , tutto va a rallentatore, quando ci si sfiora si fa finta di nulla.